Il genere Gyna è presente in cattività con 6 specie, non tutte ugualmente diffuse:

  • Centurio
  • Caffrorum
  • Lurida
  • Capucina
  • Bisannulata
  • Sculpturata

Tutte provengono dalle regioni centrali e meridionali dell’africa con pattern di localizzazioni che variano in base alla singola specie.

Femmina adulta di Gyna capucina vista di profilo

Allo sguardo appaiono lisce con siluette a goccia e “aerodinamica” (descrizione data solamente in base alla mia personale associazione della forma degli adulti con quella del profilo alare degli aerei di linea).

Le zampe sono corte e “spinose”, con differenti proporzioni fra le anteriori, più tozze e corte, e le posteriori. Questa particolare forma le rende adatte allo scavo in perfetta armonia con il loro stile di vita, per l’appunto, fossorio.

Le neanidi possono variare nelle colorazioni da un classico marrone puntinato, come accade in G. capucina e G. centurio, a un colore di base non uniforme e screziato con varie tonalità di giallo e marrone, come si nota in G. lurida e G. caffrorum. Gli adulti, pur non abbandonando lo stile di vita fossorio, si mostreranno molto di più sulla lettiera di foglie, soprattutto in particolari periodi come quello degli accoppiamenti e le ore notturne, sfoggiando rituali di corteggiamento, brevi voli o interi giri per il box sospesi a mezz’aria. Le neanidi resteranno praticamente sempre sotterrate, eccezion fatta per quelle di Gyna caffrorum, solitamente meno timide.

Gli adulti del genere Gyna sono dotati di ali perfettamente funzionanti, che gli consentono addirittura di cambiare direzione durante il volo, e cuscinetti adesivi sui tarsi di tutte le zampe, caratteristica che contribuisce a renderli ottimi scalatori.

N.B. più le temperature sono alte più sarà facile per gli adulti spiccare il volo.

Allestimento del box

Per evitare ripetizioni si rimanda alla medesima sezione della scheda di Pycnoscelus surinamensis per la parte dedicata alla scelta del contenitore e alla ventilazione del box.

Per capire meglio come organizzarci partiamo da questo presupposto: sono blatte passano la maggior parte della loro vita sotto terra e tra le foglie secche. Sarà quindi indispensabile utilizzare un box non troppo alto, dato che useranno poco la parte “aerea”, e inserirvi circa 5/10 cm di substrato, in base alla popolosità della colonia (consiglio di non riempire fino all’orlo con la terra ma di lasciarsi qualche cm in modo da scongiurare eventuali fughe di esemplari particolarmente attivi). Come base possiamo adoperare fibra di cocco o torba, assolutamente indifferente per quanto concerne la riuscita nelle riproduzioni e la salute degli esemplari, mischiate a foglie secche in quantità. Molto gradite saranno anche cortecce e tronchi che, rappresentando l’unica “superficie di appiglio” fornita, andranno a radunare al di sia neanidi che adulti, con due grossi vantaggi per l’allevatore: controllare agevolmente la salute degli esemplari e verificare la presenza di eventuali nascite senza mescolare la terra (questo atto potrebbe risultare molto stressante, soprattutto per le femmine in stato di gravidanza).

Le foglie, a differenza di altre specie come molte blatte della famiglia Corydiidae, non rappresenteranno una parte fondamentale dell’alimentazione, contribuendo invece all’arieggiamento del terreno, alla sopravvivenza degli organismi presenti nel substrato stesso, aumentando la capacità di trattenere umidità e fornendo riparo.

Umidità

Quasi tutte sono abbastanza resistenti per quanto riguarda l’umidità del substrato; pertanto, vi rimando alla fine della scheda dove saranno spiegate le differenze interspecifiche.

Alimentazione

La dieta delle neanidi e degli adulti è abbastanza simile, entrambe si nutrono molto di frutta (particolarmente apprezzate saranno banana, mela e mango), alcune verdure (come carote, zucchine e cetrioli) e fonti proteiche come croccantini di cane/gatto (queste saranno indispensabili per lo sviluppo dei giovani e per la gravidanza delle femmine). Altri cibi apprezzati saranno: mangime in fiocchi per pesci, pond sticks, pane secco, resti di carne, polline etc.

Sconsiglio la somministrazione di solanacee quali patate, pomodori, peperoni etc. e frutta particolarmente acida come melograno, limone, pompelmi etc. Si possono invece fornire aranci particolarmente dolci e mandarini.

Temperature

Praticamente tutte le specie da me allevate possono essere tranquillamente tenute a temperatura ambiente tutto l’anno. Personalmente mantengo Gyna centurio, caffrorum e lurida a 18-20 gradi in inverno e 26-30 gradi in estate con ovvie differenze nel loro metabolismo. In estate lo sviluppo sarà estremamente rapido e avverranno a maggior parte degli accoppiamenti e delle riproduzioni, mentre col calare delle temperature anche la loro attività andrà a ridursi fino ad un arresto della crescita nei periodi più freddi. Se le colonie sono molto numerose il mio consiglio è di seguire il ritmo stagionale e lasciare che si “settino” sul nostro anno climatico; così facendo avremo lo sfarfallamento e crescita delle neanidi più giovani in primavera, l’inizio degli accoppiamenti e le riproduzioni in estate ed inizio autunno e la morte degli esemplari vecchi a fine autunno/inizio inverno.

Questo processo è però sconsigliato se si è alle prese con pochi esemplari (parlo di uno starter di 10/20) in quanto potrebbero svilupparsi in maniera indipendente dal ciclo delle nostre temperature. Vi porto qui sotto un esempio personale:

A metà estate 2023 acquistai lo starter composto da 10 esemplari di Gyna capucina. L’allevatore selezionò 3 femmine sub adulte e 2 maschi sub adulti, il resto delle neanidi era troppo piccolo per essere sessato e sono state scelte in modo randomico. La prima femmina divenne matura a fine luglio, la seguì il primo maschio alcune settimane dopo (circa gli inizi di agosto).

Dopo la prima coppia iniziarono a maturare gli altri esemplari, mi sono quindi ritrovato a fine estate/inizio autunno con 3 femmine adulte riproduttive e 3 maschi, 2 più vecchi e uno appena diventato adulto. Viste le premesse e notati gli addomi delle femmine ingrossarsi sempre di più ho preso la decisione di mantenere un lato del loro box caldo grazie all’utilizzo di un tappetino riscaldante, il tutto per non avere aborti da quei pochi esemplari riproduttivi che avevo.

Verso gennaio ebbi le prime neanidi partorite dalla prima femmina, piccolissime e velocissime, le seguirono le neanidi della seconda femmina a febbraio e della terza a marzo (la prima probabilmente fece due parti dato che trovai dei piccoli appena nati poco dopo il parto dell’ultima femmina).

Se in questa situazione avessi deciso di non scaldare la colonia sarei probabilmente andato in contro alla morte degli esemplari adulti senza che nessuno fosse in grado di portare a termine alcuna gravidanza, le basse temperature glielo avrebbero impedito, con conseguente perdita della colonia.

Situazione simile si è verificata anche con le Gyna caffrorum ma con una traslazione di alcuni mesi. Lo stesso anno delle capucina, 2023, acquistai anche uno starter della precedente specie, sempre in estate, ma con un’importante differenza: erano tutte neanidi estremamente piccole. Questo dettaglio ha fatto si che, mentre le femmine di capucina si accoppiavano e portavano a termine la gravidanza, le caffrorum si concentravano invece sul crescere e prepararsi al compimento dell’ultima muta: quella di maturazione. All’arrivo dei primi freddi ebbi quindi solo lo sfarfallamento di un maschio, il quale morì poco dopo, e il blocco dello sviluppo di tutti gli altri esemplari. Non scaldandoli questa situazione si è mantenuta fino all’arrivo dei primi caldi nella primavera del 2024, ad inizio estate, infatti, tutti i sub adulti mutarono, poco dopo iniziarono gli accoppiamenti, le gestazioni e, a fine estate, le riproduzioni con la nascita di innumerevoli piccoli!

Adesso mi ritrovo esattamente nella stessa situazione del primo anno con entrambe le specie, questo mi permette di lasciare al freddo le caffrorum senza rischiare aborti e non mi consente di fare altrettanto con le capucina (visto ancora il ridotto numero di esemplari e il lungo sviluppo che è richiesto per la maturazione delle femmine).

Il prossimo anno sicuramente manterrò a temperatura di casa anche la colonia di capucina, sicuramente perdendo una piccola parte delle riproduzioni ma avendo il vantaggio di settarle sui miei cicli annuali delle temperature.

Muta e sviluppo

Non c’è molto da dire se non che assolutamente non c’è bisogno di preoccuparsene. A differenza di quanto accade nelle blatte arboricole o in altri artropodi che vivono al di sopra del substrato, che sfruttano la gravità e i supporti verticali per fare la muta, le Gyna, e in generale tutte le blatte fossorie, mutano direttamente sul suolo o al di sotto di esso. Questo permette loro di completare senza intoppi il processo di muta anche in condizioni non proprio favorevoli (mi viene in mente una possibile spedizione, lo spostamento del box in questo specifico momento, il disturbo dato dagli altri esemplari etc).

Parliamo adesso delle necessità delle singole specie, potete pertanto considerare quanto detto sopra come una linea guida valida alla quale dovrete aggiungere le informazioni riportate qui sotto (e quelle trovate su altre fonti, ovviamente)

Gyna centurio

Sono particolarmente legato a questa specie in quanto è stata nel podio temporale delle blatte da me allevate, insieme a Pycnoscelus surinamensis e Panchlora nivea.

Il suo allevamento non differisce molto dalla scheda base di cui sopra, aggiungo quindi solo alcuni accorgimenti interessanti.

Innanzitutto, parliamo dell’estetica: è la specie del suo genere con il maggior dimorfismo sessuale. I maschi risultano si più piccoli, ma anche con colori estremamente più chiari rispetto alla controparte femminile, per capire meglio guardate le foto qui a lato.

La resistenza degli esemplari è veramente senza eguali, sono riuscite a resistere a periodi umidi e periodi di completa siccità (si avevo diversi dubbi sul come tenerle all’inizio) con gli esemplari più giovani che continuavano a mutare e crescere senza problemi, davvero spettacolari!

Adesso, dopo alcuni anni posso confermare che la migliore condizione per il loro allevamento è rappresentata dal mantenere costantemente e leggermente umido il substrato o dare una zona più umida ed una più secca. In questo modo saranno loro a decidere in quale punto del box sostare maggiormente.

I parti sono formati da un elevatissimo numero di neanidi di minuscole dimensioni (rapportati all’adulto sembrano quasi di un’altra specie) estremamente resistenti e con un tasso di mortalità veramente basso.

Sia le femmine che i maschi adorano sostare sui bordi del contenitore o direttamente sotto al coperchio

Gyna caffrorum

Su di loro non ho sperimentato condizioni estreme di allevamento e ho semplicemente aggiustato l’umidità e la presenza di oggetti nel box.

Per loro non mi è mai sembrato necessario un gradiente di umidità importante, meglio mantenere tutto umido al tatto senza lasciare zone particolarmente secche (so di persone che hanno allevato con successo la specie in box completamente aridi, sono sopravvissute ma sconsiglio di replicare… anche qui se avete il dubbio meglio creare un gradiente orizzontale bagnando solamente un lato del box).

Le neanidi di questa specie risultano estremamente più attive, soprattutto se confrontate a quelle di Gyna centurio. Sono molto più colorate, paffute e tendono ad ignorare eventuali arredi posizionati nel box. A differenza delle centurio sono meno attratte dalle cortecce e preferiscono correre/infossarsi direttamente nella lettiera di foglie.

Occhio che i maschi e femmine adulte sono molto più agitati della specie sorella, non sarà strano vederli partire per il box o volare direttamente nella stanza alla sua apertura.

I loro parti saranno formati da un numero nettamente minore di neanidi, rispetto alle centurio, ma di maggiori dimensioni. Questo gli consentirà di raggiungere prima la taglia riproduttiva, compensando la minore quantità di piccoli con un minore gap generazionale.

P.S. i colori degli adulti sono indescrivibili, probabilmente una delle specie in assoluto più belle

Gyna capucina

La specie, in allevamento, più grande del genere! Ho avuto femmine che superavano di poco i 4,5cm misurati dall’estremità anteriore del pronoto alla punta delle ali.

Femmina adulta di Gyna capucina

Viste le dimensioni il loro ciclo vitale sarà leggermente più lungo delle altre viste fino ad ora con le femmine che matureranno in estremo ritardo rispetto ai maschi.

Dettaglio del pronoto di Gyna capucina

Il loro allevamento non è particolarmente difficile, utilizzo sempre un box sviluppato in lunghezza, fornisco maggiore umidità da un lato del box (apprezzano moltissimo il gradiente, se potete non lasciate mai il box umido allo stesso modo), tante foglie secche per fare da riparo e un’alimentazione con un maggiore apporto di proteine.

Vediamo uno ad uno i punti dolenti nella loro gestione:

  • I maschi sviluppano MOLTISSIMO PRIMA delle femmine. Se partite con pochi esemplari vi conviene chiedere all’allevatore di selezionare femmine molto più in avanti con lo sviluppo o maschi particolarmente piccoli in modo di avere maggiori possibilità di ottenere un accoppiamento. Attenzione però ad un fatto: in questa specie, molto più che nelle altre, ho riscontrato una grandissima variabilità nella dimensione degli esemplari adulti con maschi e femmine paragonabili agli adulti di Gyna caffrorum, e fratelli, nati insieme e maturati un paio di mesi dopo, di anche 1 o 2 cm più grandi. Se l’allevatore non soddisfa le vostre richieste vi conviene separare maschi e femmine e tenere queste ultime a temperature leggermente maggiori dei fratelli, così da velocizzarne il ciclo. Per darvi un’idea, della prima generazione di neanidi nate nel mio allevamento nessun maschio è riuscito ad accoppiarsi con le femmine coetanee, sono tutti diventati adulti e morti prima che una sola di loro potesse diventare a sua volta adulta (fortunatamente avevo anche maschi più giovani che sono arrivati a maturazione in concomitanza con le femmine più vecchie).
  • Soffrono molto la sovrappopolazione. Questo punto non sono ancora riuscito a sperimentarlo (e spero di non riuscirci mai), ma molti allevatori hanno notato morti improvvise o perdite di intere colonie a densità abitative paragonabili a normali colonie di Gyna centurio o caffrorum (ad esempio).
  • Hanno un estremo bisogno di proteine. Rispetto alle altre specie in mio possesso le capucina vanno letteralmente matte per le crocchette dei gatti. La loro presenza nella dieta dovrà essere ingente, pena ci saranno sviluppi rallentati degli esemplari, perdita dei piccoli (quindi aborti da parte delle madri) e addirittura cannibalismo. Mi sono stupito quando ho trovato l’ultima vecchia femmina della prima generazione letteralmente divorata viva con le neanidi che entravano nel suo corpo per consumarne i tessuti molli mentre lei ancora si dimenava e cercava di volare o scappare. Questo comportamento non l’ho mai riscontrato in nessun’altra specie di blatta allevata ed è completamente scomparso una volta aumentata la quota proteica settimanale. Nonostante ciò, i croccantini vengono letteralmente assaltati non appena cadono nel substrato.

N.B. non esagerate comunque con crocchette e cibo umido in quanto potrebbero attirare acari o altri spazzini. Non appena possibile caricherò un testo in qui parlo della mia esperienza con l’eliminazione di acari da alcune mie colonie.

Gyna lurida

Su di loro non posso dire molto, le ho da poco e sto adottando un set-up e uno stile di allevamento identico a quello di Gyna caffrorum. La colorazione delle neanidi, il loro stile di vita, l’iperattività degli adulti e il loro metodo di riproduzione si eguagliano, pertanto ritengo valido usare le stesse accortezze.

Da notare le due chiazze nere presenti sulle tegmine, solitamente sono più marcate nel maschio e meno presenti, o del tutto assenti, delle femmine.

Gyna bisannulata/sculpturata

Su di loro spero di poter scrivere qualcosa nei prossimi anni, sono due specie che apprezzo tantissimo ma che non sono ancora riuscito a reperire. Nel caso aggiornerò il sito!

Ci sono un sacco di questioni interessanti su questo fantastico genere, ad esempio le loro abilità di volo, il metodo di ripiegamento dell’ooteca, lo stile di vita mirmecofilo e altro ancora. Non essendoci spazio infinito nella scheda allevamento mi sembra opportuno scrivere delle pagine appositamente, non appena saranno pronte aggiungeremo i link qui sotto, in modo da facilitarne la lettura.

Buon allevamento a tutti!

Scheda e fotografie a cura di

Lorenzo Pelicella

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *