
È una blatta di medio-piccole dimensioni originaria di India e Malesia, ma oggi può essere rinvenuta come specie alloctona in molte regioni tropicali e subtropicali, arrivata tramite trasporti di oggetti e piante, e in alcune specifiche località temperate con un microclima che ne consenta la sopravvivenza e la riproduzione. Presenta uno stile di vita prettamente fossorio, grazie alle robuste zampe riescono, infatti, a scavare rapidamente, riuscendo quindi ad infossarsi in caso di pericolo. Grazie alla presenza di cuscinetti adesivi, localizzati a livello dei tarsi, riescono a scalare le pareti lisce di plastica, vetro e metallo. Gli adulti sono dotati di due paia di ali, il primo, maggiormente sclerificato e di colore marrone chiaro, prende il nome di “tegmine” (visibile nella foto qui in alto). Quanto tenute in posizione di riposo vanno, insieme al secondo paio di ali, a coprire completamente o parzialmente l’addome della femmina (durante la gravidanza quest’ultimo tende a dilatarsi per la presenza dell’ooteca enll’apparato riproduttivo, sporgendo dal margine posteriore delle ali).

Il secondo paio di ali è perfettamente dunzionante, meno rigido e adatto al volo battuto (per volo battuto si intende un tipo di volo sostenuto dal battito attivo delle ali, questo consente all’esemplare in questione di alzarsi da terra senza terzi aiuti, a differenza del volo planato). Visto il loro stile di vita sarà veramente raro osservarle in questa dimostrazione, ma in condizioni di alte temperature, sovraffollamento o mancanza di appigli nelle vicinanze sarà possibile assistere ad un bel giro panoramico della stanza. Se non particolarmente pesanti e con le giuste temperature le femmine possono volare anche per diversi metri, potendo anche cambiare direzione durante il volo. Da notare che questa azione risulterà comunque molto lenta, rendendole prevedibili e facilmente catturabili.
Come costruire il box
Per l’allevamento sarà necessario un box di dimensioni variabili, a seconda del numero di individui presenti nella colonia, con un coperchio a chiusura ermetica. Per iniziare consiglio una scatola di ridotte dimensioni, un braplast cubico da 5.8l andrà benissimo, al quale bisognerà modificare il coperchio per consentire agli animali di respirare.
Per garantire una corretta ventilazione si può intervenire in due modi:
- Usare uno spillo per forellare tutto il coperchio in modo da creare un effetto “rete”
- Tagliare via un quadrato di plastica dal coperchio per lasciare una grossa “finestra” aperta, sulla quale sarà necessario attaccare una rete metallica a maglia fine.
Nel primo metodo, che personalmente sconsiglio per i motivi riportati sotto, bisognerà utilizzare uno spillo riscaldato o la punta di un saldatore per eseguire i fori. Per il secondo saranno necessarie un paio di forbici solide con cui effettuare il taglio e della rete metallica a maglia fine + colla per farla aderire alla plastica.
Vediamo ora i vantaggi e gli svantaggi di entrambe le metodiche:
- Metodo 1:
- Vantaggi: non richiede materiali particolari per l’esecuzione, basta uno spillo e una fonte di calore che tutti abbiamo in casa (che sia accendino o fornello domestico)
- Svantaggi: elevato tempo richiesto per effettuare un sufficiente numero di fori che garantisca un’adeguata ventilazione e difficoltà nell’eseguire buchi abbastanza grandi e ravicinati da far passare suficiente aria ma al contempo abbastanza piccoli da non far uscire le neanidi L1 (primo stadio)
- Metodo 2:
- Vantaggi: maggiore e uniforme ventilazione e basso tempo di esecuzione
- Svantaggi: maggiore materiale necessario e possibilità di spezzare/crepare la plastia del coperchio se non si ha abbastanza manualità
Sempre parlando del secondo metodo, spieghiamo adesso come rendere a prova di fughe la giunzione rete-plastica.
Per prima cosa bisogna effettuare il taglio centrale. Per questo possiamo adoperare:
- Saldatore, con il quale andremo a sciogliere la plastica lungo il perimetro designato fino a staccare la porzione centrale, metodo semplice e che evita rotture accidentali
- Forbici, meglio se da elettricista o comunque forbici robuste, che consentono di giungere al medesimo risultato senza avere il classico “bordino” di plastica fusa che complicherebbe l’incollaggio della rete.
Dopodiché sarà necessario incollare la rete tramite colla, sia bostik che colla a caldo andranno bene, o tramite saldatore, fondendo parte della plastica circostante per inglobarvi la rete metallica, rendendo l’incollaggio definitivo.
Un consiglio che mi sento di dare, vista l’abilità delle P. surinamensis nello slacare pareti lisce di vetro e plastica, è quello di posizionare uno strato di tessuto non tessuto tra il coperchio e il contenitore. Questo consente sia di migliorare l’ermeticità del contenitore stesso, sia di evitare le eventuali fughe delle piccole neanidi da maglie della rete particolarmente larghe.
Evitate di usare solo il tessuto non tessuto, le loro mandibole non faticheranno a rosicchiarlo fino a bucarlo completamente. Meglio usare questi tessuti come ulteriore precauzione e addizionarli alla rete metallica.
Allestimento interno
Essendo l’atteggiamento fossorio presente sia negli adulti che nei giovani, sarà necessario inserire dai 5 ai 15 cm, a seconda delle dimensioni della colonia, di substrato formato da torba o fibra di cocco.
P.S. la torba risulta leggermente più acida, quindi aiuta nel limitare lo sviluppo di muffe e parassiti.
Altro importante ingriediente da utilizzare sono le foglie secche, preferibilmente di quercia (grazie all’alto contenuto tanninico limitano ulteriormente la proliferazione di muffe e patogeni). Fondamentali anche in quanto rappresentano un’importante fonte alimentare per le blatte stesse e, messe in superficie, contribuiranno al mantenimento di un buon tasso di umidità del terreno, consentendoci di diradare le bagnature.
Qui bisogna prestare particolare attenzione:
Le Pycnoscelus surinamensis sono blatte estremamente resistenti, possono vivere giorni interi senza cibo, acqua e senza substrato, ma senza un giusto gradiente di umidità le riproduzioni cesseranno e gli esemplari potrebbero iniziare a morire (il processo può essere rapido o più graduale).
Quindi come capire se l’umidità è giusta?
La cosa migliore è farci l’occhio. Purtroppo inserire un igrometro all’interno del terreno risulta improponibile, soprattutto con colonie di grandi dimensioni, sarà necessario, quindi, preparare il box qualche giorno prima di inserirvi le blatte, creare le condizioni di umidità che ci sembrano adeguate e fare due prove:
- Verificare che non ci sia “polvere”. Questo è utile per non lasciare troppo asciutta la fibra di cocco. Se non c’è polvere vuol dire che le particelle di piccole dimensioni si sono unite le une alle altre grazie ai legami intrattenuti con le molecole d’acqua
- Prendere un pugno di substrato e strizzarlo nella mano. Se questo, una volta stretta la presa, risulterà compattato a mo’ di terra di campo, bagnato o addirittura farà fuoriuscire dell’acqua possiamo concludere di aver esagerato con l’umidità e sarà ecessario far riposare il tutto in modo che il terreno si asciughi.
Se siete in dubbio meglio bagnare meno, per aggiungere l’acqua ci vuole poco, per toglierla serve molto più tempo e sbattimento di… avete capito.
Quando la colonia sarà appena avviata avrete bisogno di bagnare molto più spesso la terra per mantenerla adeguatamente umida, man mano che i numeri aumenteranno, invece, ci sarà il problema opposto. Visto il grande numero di esemplari in relativamente poco volume bisognerà somministrare un’ingente quantità di alimenti umidi, di cui parleremo fra pochissimo. la stessa acqua contenuta al loro interno andrà a bagnare, letteralmente, la fibra di cocco senza bisogno del nostro intervento, in questi contesti risulterà indispensabile una buona areazione per far evaporare l’umidità in eccesso e non lasciare il terreno zuppo.
Alimentazione

Come cibo potete usare letteralmente quello che volete, sono di bocca buona e mangiano di tutto.
Per dare uno schema mentale potete dividere il cibo in secco e umido:
- Cibo secco, può essere rappresentato da croccantini (del cane o del gatto), pane secco, cibo per pesci, stick per carpe, stick per conigli etc.
- Cibo umido, frutta e verdura a piacimento (evitate di somministrare solanacee come patate, pomodori e melanzane e non fornite nemmeno finocchio)
La cadenza di alimentazione cambierà moltissimo in base alle temperature e al numero di esemplari. In inverno fornisco cibo una volta a settimana dando relativamente poca importanza all’apporto proteico, in estate aumento a due volte a settimana e incremento la quantità di proteine, così da aiutare le femmine nella gestazione.
Bisognerà fare molta attenzione a non eccedere con le quantità di cibo. Essendo fossorie tenderanno a prendere ciò che si mette sulla ruperficie del substrato e trascinarlo verso il basso per consumarlo in pace. Soprattutto all’inizio non bisogna farsi ingannare. Se i croccantini spariscono NON AGGIUNGETENE DEGLI ALTRI PRIMA DEL SUCCESSIVO PASTO. Questi potrebbero, infatti, essere ancora presenti nel terreno e, col tempo, potrebbero portare alla proliferazione di muffe e di acari. Quindi se avete il dubbio sulla quantità di cibo da fornire è preferibile deficere un po’. Se se ne mette meno si può sempre riaggiungere il giorno seguente, se se ne mette troppo diventa difficile recuperarlo.
Temperature
In base alle necessità e all’impazienza la colonia può essere scaldata o lasciata a temperatura ambiente tutto l’anno, fra i 18 e i 30 gradi.
Io preferisco far sentire il ciclo stagionale a quasi tutte le mie colonie, mantenendo una temperatura di 18-20 gradi in inverno e 26/30 gradi in estate (ovviamente con cicli circadiani).
Questo porterà ad un “settaggio” degli esemplari che si ritroveranno a diventare adulti in massa all’inizio della primavera, riprodursi per tutta l’estate ed iniziare a morire in autunno (gli adulti), per poi passare l’inverno con un basso numero di riproduzioni e migliaia di neanidi in crescita.
Se si ha necessità di avere una colonia estremamente riproduttiva si può scaldare un lato del box, tramite tappetino o cavetto riscaldante, e mantenerle esattamente come si farebbe durante l’estate, con bagnature e alimentazioni più costanti. Non mettete MAI il tappetino/cavetto al di sotto del box, questo provoca un’eccessiva evaporazione dell’acqua con disseccamento della zona interessata.
Con Pycnoscelus surinamensis credo di aver detto tutto, se ci sono ulteriori dubbi o imprecisioni scrivete in privato o nei commenti qui sotto, si migliora sempre!
Detto questo, come sempre, auguro a tutti un buon allevamento!
Scheda a cura di
Lorenzo Pelicella